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Ambiente

Salviamo il paesaggio in Parlamento

Il Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio è stato convocato dalle Commissioni Agricoltura e Ambiente della Camera per esprimere le proprie osservazioni su due proposte di leggerelative al consumo di suolo agricolo. A due anni esatti dalla nascita della rete, un riconoscimento politico importante. L’appuntamento a Roma oggi alle 14. Anticipiamo una sintesi del documento che verrà presentato

Martedì 29 ottobre, alle 14, il Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio è stato convocato per un’audizione dalle Commissioni riunite Agricoltura ed Ambiente, che hanno chiesto alla rete che ha promosso la campagna "Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori" – e che vede Altreconomia tra i propri fondatori – di esprimere il proprio parere in merito a due proposte di legge in materia di contenimento del consumo di suolo agricolo.
Della delegazione di cinque persone che rappresenterà il Forum fa parte anche Luca Martinelli, giornalista di Altreconomia e autore di "Salviamo il paesaggio!"
Anticipiamo il documento che sintetizza il contenuto dell’intervento e la posizione del Forum in merito alle due proposte di legge che vedono come primi firmatari gli onorevoli Bordo e Catania.
   

A due anni esatti dalla sua fondazione, avvenuta il 29 ottobre 2011 a Cassinetta di Lugagnano,
il Forum italiano dei movimenti per la terra e il paesaggio, per la prima volta, è chiamato ad interloquire con i deputati delle Commissioni riunite agricoltura e ambiente della Camera, per esprimere il proprio parere in merito a due proposte di legge che mirano al contenimento del consumo di suolo.
Consideriamo questo risultato un ottimo punto di partenza, tanto per le 934 organizzazioni che in questi due anni hanno animato le attività del Forum, e in particolare la campagna “Salviamo il paesaggio, difendiamo i territori”, quanto per il Paese, perché la nostra presenza qui, oggi, significa che il tema del consumo di suolo agricolo è ormai posto in maniera incontrovertibile nell’agenda politica del Paese. Significa, inoltre, che le azioni e le analisi dei numerosi comitati territoriali, e non solo quelle delle grandi organizzazioni ambientaliste, diventa patrimonio per il Paese.
È per questo che – fermo restando il nostro apprezzamento per le due proposte di legge sottoposte alla nostra attenzione – dobbiamo aggiungere alcune necessarie considerazioni, con l’obiettivo di dotare il Paese di uno strumento legislativo che sia il più possibile coerente con il fine proposto.

È fondamentale – innanzitutto – riconoscere che ogni intervento che vada a ridurre il consumo di suolo debba poggiare sulle solide basi della Costituzione repubblicana e, in particolare, sull’articolo 9, che indica tra i compiti della Repubblica la “tutela [de] il paesaggio e il patrimonio storico artistico della nazione” e all’articolo 44, che impone un “razionale sfruttamento del suolo”, anche a costo di porre “vincoli alla proprietà terriera privata”. Questo patrimonio, e qui corre l’obbligo ricordarlo, non è solo quello straordinario, ma anche quello degradato e tutti gli ambiti in cui si svolge la vita quotidiana, come evidenzia la Convenzione europea sul paesaggio, che il nostro Paese ha ratificato nel 2006.

È per questo che, a nostro avviso, un intervento legislativo coraggioso (quale quello necessario oggi in Italia, dato che l’Ispra certifica un consumo di suolo di 69 ettari al giorno) non possa limitarsi a disporre una riduzione del consumo di suolo agricolo, come è previsto all’articolo 3, ma persegua l’obiettivo di uno “stop al consumo di territorio agricolo e rurale”.

Che è cosa ben diversa da “una progressiva riduzione del consumo di superficie agricola”, anche
perché – come evidenzia in modo accurato la tabella che abbiamo redatto – le procedure per arrivare a stabilire l’estensione massima di superficie agricola consumabile (sic!) rischia di durare un paio d’anni. Troppi.

Ci preme qui sottolineare, inoltre, la ferma contrarietà del Forum a quei passaggi che – al comma 2 dell’articolo 3 – prevedono la possibilità di derogare a quanto disposto per la realizzazione di “infrastrutture”, o – con le “Disposizioni transitorie e finali” – escludono dalla moratoria sul consumo di suolo agricolo le opere definite di pubblica utilità (Bordo) o – peggio – quelle elencate in legge “Obiettivo” (Catania). Saprete meglio di noi che di fronte alla crisi dell’industria delle costruzioni, una delle risposte per favorire la “crescita” e lo “sviluppo” del Paese è stata immaginare l’Italia coperta di autostrade (32, per l’esattezza, quelle in progetto, secondo un’inchiesta del marzo 2012 della rivista “Altreconomia”), prevedendo anche particolari agevolazioni fiscali per quei soggetti che si troveranno a realizzarle. Ecco: le nostre disposizioni transitorie e finali, prevedono la cancellazione della legge Obiettivo, uno dei temi discussi a Bologna e approvati, nel maggio scorso, durante l’ultima assemblea nazionale del Forum (trovate in allegato il documento scaturito da quella riunione).                  

Per ultimo, nelle nostre osservazioni abbiamo voluto porre l’attenzione sul tema degli oneri di urbanizzazione: è bene introdurre un comma che palesemente imponga che per gli enti locali non è possibile utilizzare i proventi dai titoli abitativi edilizi per le spese correnti. È importante tornare allo spirito originario della legge Bucalossi, lasciando dietro le spalle la norma “transitoria” introdotta nel 2001 dall’allora ministro Franco Bassanini e che da allora grava – come una spada di Damocle – sul futuro di ogni superficie agricola, su ogni suolo libero.  
 

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