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Welfare fai da te

Le società di mutuo soccorso hanno due secoli ma lanciano ancora un messaggio forte: la reciproca solidarietà su base volontaria funziona “Quando ho avuto bisogno, mi hanno mandato tutti i giorni un’assistente in ospedale per aiutarmi. Poi, siccome mia moglie…

Tratto da Altreconomia 109 — Ottobre 2009

Le società di mutuo soccorso hanno due secoli ma lanciano ancora un messaggio forte: la reciproca solidarietà su base volontaria funziona

“Quando ho avuto bisogno, mi hanno mandato tutti i giorni un’assistente in ospedale per aiutarmi. Poi, siccome mia moglie è in sedia a rotelle e non riusciva a venirmi a trovare, l’assistente passava da casa ogni sera per raccontarle come stavo”. Storie di straordinaria sanità, come molte di quelle che vengono raccontate dalla Società mutua pinerolese (www.mutuapinerolese.it), una delle 2.500 società di mutuo soccorso attive nel nostro Paese.
Il mutuo soccorso è un fenomeno antico che opera da quasi 200 anni secondo un principio immutato: garantire ai soci assistenza e sicurezza sociale attraverso il versamento di quote volontarie in un fondo di solidarietà. Una forma di assistenza auto-organizzata gestita direttamente dai soci con finalità mutualistiche e non profit: un esperimento di welfare né pubblico né privato che potrebbe piacere al presidente Obama alle prese con la riforma sanitaria. Dall’ ‘800 sono cambiati -almeno parzialmente- i servizi resi: allora erano sussidi in caso di malattia o perdita del lavoro, oggi sono assistenza e rimborso di spese mediche e dentistiche. Lo spirito, però, è rimasto inalterato: lo stesso slancio solidale che nel 1848 ha portato un piccolo gruppo di artigiani visionari (un calzolaio che ne fu l’animatore, quattro falegnami, due sarti, un meccanico…) a dar vita alla “Società generale operaia di Pinerolo”, che fu in Italia la prima società di mutuo soccorso “generale”, cioè non legata a corporazioni di mestieri. In poco tempo lo Statuto e il progetto di Pinerolo fecero scuola e in tutto il Paese nacquero migliaia di analoghe società con forte riferimento al territorio di un comune, apolitiche e aconfessionali, costituite da operai e artigiani, impegnate a garantireiagli iscritti sussidi di malattia, assistenza medica e, quando possibile, piccole pensioni di vecchiaia e invalidità. Nei suoi 161 anni di vita la Società operaia ha promosso moltissime iniziative: dal forno per calmierare i prezzi del pane alla scuola popolare, dal magazzino per comprare all’ingrosso i generi di prima necessità alla biblioteca circolante.
Oggi a Pinerolo (To), piccola cittadina (35mila abitanti) sospesa tra i piedi delle Alpi del Sestriere e la prime avvisaglie dell’area urbana torinese, opera un’altra “filiazione” di quella storica Società operaia:  la Società mutua pinerolese nata nel 1996 per rilanciare l’idea della mutualità volontaria.
La Società conta oggi 1700 soci, ha una sede nuova che ospita anche lo sportello di Banca Etica e gestisce un patrimonio di 300.000 euro con 33.000 euro di rimborsi assegnati ai soci dall’inizio di quest’anno (tra ore di servizi gratuiti e versamenti in contanti). Capita talvolta che qualcuno li paragoni a un’assicurazione sanitaria o a una sorta di fondo pensione in cui il cliente paga per avere rendite differite o servizi, ma le differenze sono di quelle che segnano un confine netto. In una società di mutuo soccorso, innanzitutto, le persone sono socie e non clienti: qui gli iscritti auto-organizzano servizi senza scopo di lucro a partire dalle scelte che condividono in assemblea, e non c’è alcun soggetto commerciale che ricava profitti da questa attività. Ma non è tutto: una mutua assiste i soci per tutta la vita e non può mai recedere dal contratto di associazione; solo il socio può farlo. Accade invece nelle assicurazioni che le prestazioni cessino con l’età (assistere gli anziani è costoso) o comunque quando il rapporto non è più conveniente. La concretezza del principio mutualistico si evidenzia portando un aiuto mirato in storie spesso dolorose. È stato così per la famiglia che ha potuto accedere al rimborso di diverse migliaia di euro per sostenere un intervento chirurgico salvavita in una clinica privata: la polizza in teoria avrebbe escluso il rimborso perchè un ospedale pubblico era disponibile ad intervenire entro i 45 giorni previsti dal contratto, ma la mutua si è accollata lo stesso il costo perché la malattia era aggressiva e bisognava provare a intervenire subito: un’eccezione importante e costosa che probabilmente nessuna assicurazione avrebbe accettato. Oggi i servizi più richiesti sono quelli che offrono assistenza ospedaliera e domiciliare: per 140 euro annuo a famiglia si ha diritto a 240 ore di assistenza ospedaliera e 50 di assistenza domiciliare, così da offrire un aiuto concreto a malati e familiari. Grazie poi ai cosiddetti “accordi di reciprocanza” con mutue di altri territori, la Società di Pinerolo è in grado di assistere i soci non solo negli ospedali della provincia di Torino, ma anche i quelli di Cuneo, Novara e Milano. Anche in queste situazioni più comuni la mutua può agire in modo diverso da quello di molti servizi (pubblici e privati).
L’attenzione ai bisogni delle persone è anche alla base dei progetti per il futuro: dalla tutela sanitaria al gruppo di cooperative che fa capo al Gruppo Abele e inserisce al lavoro persone in difficoltà (chi altro assicurerebbe oggi dei malati di Aids?) alla convenzioni con il comune di Rivoli per offrire benefit ai dipendenti. Se la Mutua è oggi l’avanguardia imprenditoriale del mutualismo pinerolese, la Società Operaia ne rappresenta le radici e il Museo del Mutuo Soccorso il cuore. In poche stanze, nei locali che furono sede storica della Società in via Pellico 19, si snodano 160 anni di storia che ogni domenica alcuni volontari raccontano con grande passione ai visitatori.

2.500 in Italia
Contano molto, ma è difficile contarle: oggi per le società di mutuo soccorso, infatti, non è fatto obbligo di iscriversi in elenchi. La principale federazione (Fimiv, Federazione italiana della mutualità integrativa volontaria) stima che in Italia ce ne siano oltre 2500. Fimiv si avvale di una struttura operativa indipendente, il Consorzio Mu.Sa. (Consorzio mutue sanitarie, www.consorziomusa.it) cui aderiscono per ora 9 società tra le principali del Paese (tra cui la Cesare Pozzo e la Mutua pinerolese). Le sole aderenti a Musa nel 2008 hanno assistito 270mila persone (oltre la metà del totale stimato dei beneficiari), hanno raccolto 25 milioni di euro in contributi associativi ed erogato prestazioni sanitarie per 16 milioni. Musa ha accordi e convenzioni con oltre mille strutture convenzionate in tutta italia. In Francia la principale Federazione di mutue ne accorpa 500 (il 98% del totale), i soci sono circa 18 milioni e gli assistiti, inclusi i nuclei familiari, 38 milioni, 2000 i centri di assistenza sociale e sanitaria gestiti direttamente.Il funzionamento delle mutue era ancora regolato dalla legge 3818 del 1886, benchè negli ultimi 20 anni alcune regioni abbiano emanato regole proprie. Nel 2008, il cosiddetto decreto ‘taglialeggi’ per la semplificazione amministrativa l’ha cancellata, con migliaia di regi decreti e norme antiquate: le società di mutuo soccorso saranno così oggetto, entro dicembre prossimo, di una nuova normativa.

L’extramutua
Si chiama Mairi (Mutua associazioni degli immigrati residenti in Italia, www.mairi-soliles.org) ed è la prima mutua volontaria che associa cittadini immigrati con prestazioni pensate per e con loro. È nata dall’intraprendenza di un senegalese che nel suo Paese si occupava di microcredito (inizialmente la prima A dell’acronimo stava per Africana) e dalla storia ultracentenaria della Società di mutuo soccorso Cesare Pozzo (vedi Ae 80). Oggi Mairi offre ai soci prestazioni legali convenzionate, assistenza finanziaria (dalle consulenze al microcredito) e una speciale polizza medico-sanitaria.
Con la sottoscrizione annua di 234 euro il socio ha diritto ad indennità per malattie e ricoveri, rimborsi dei ticket sanitari più costosi e al rimborso delle spese di rimpatrio della salma (un problema molto sentito nelle comunità immigrate).
Mairi ha pochi mesi di attività alle spalle, 20 iscrizioni perfezionate e circa 60 in via di definizione, sparse tra Milano, Vicenza, Caserta e Napoli, ma conta di poter passare i 100 iscritti entro fine anno e ha obiettivi ambiziosi per gli anni a venire. Dal canto suo la Cesare Pozzo si impegna ad ampliare il suo progetto mutualistico anche nei Paesi di provenienza di soci: per ora c’è in preparazione la formazione di un gruppo di iscritti che possa rappresentare il progetto in Africa.

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