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Il primo rapporto nazionale sul riutilizzo

La filosofia delle “quattro erre” è nota, riconosciuta e sancita da direttive comunitarie (Direttiva/91/156/CEE) e dalla legislazione italiana (Dlgs 152/06): bisogna ridurre, riutilizzare, riciclare e recuperare. Per questo motivo il Centro di Ricerca di Occhio del Riciclone per la prima…

La filosofia delle “quattro erre” è nota, riconosciuta e sancita da direttive comunitarie (Direttiva/91/156/CEE) e dalla legislazione italiana (Dlgs 152/06): bisogna ridurre, riutilizzare, riciclare e recuperare. Per questo motivo il Centro di Ricerca di Occhio del Riciclone per la prima volta si è impegna a stilare il Rapporto Nazionale sul Riutilizzo in cui son stati raccolti i risultati di analisi e ricerche compiute dagli esperti dell’associazione per indagare le caratteristiche e il valore delle merci riusabili conferite tra i rifiuti.

Occhio del Riciclone è un’associazione nata agli inizi del 2003 con l’obiettivo di promuovere la pratica del riutilizzo e di individuare una soluzione all’emergenza rifiuti. Il Centro di ricerca economica e sociale di tale associazione è composto da professionisti specializzati in varie discipline: coinvolge economisti, statistici, tecnici ambientali, giornalisti, psicologi, sociologi, agronomi ed esperti di marketing.

Il Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2010 ospita i risultati delle analisi e delle ricerche fatte per indagare le caratteristiche e il valore delle merci riusabili conferite tra i rifiuti; una descrizione di quello che si muove a livello degli enti locali e una relazione sulle proposte e le istanze che il settore dell’usato sta iniziando a esprimere.

E’ importante sottolineare che a livello degli enti locali, le inziative legate al riutilizzo non sono moltissime e quasi mai utili per quel che riguarda l’impatto ambientale. Le poche iniziative che ci sono, infatti, sono fondate sulla pratica del baratto (l’operazione di scambio fra due o più soggetti senza l’uso di denaro) che in Italia non ha mai preso realmente piede. Tuttavia è importante ricordare che, per esempio, la Lombardia ha attuato dal 2009 il Piano d’Azione per la riduzione dei rifiuti urbani (P.A.R.R.) con l’obiettivo di recuperare almeno il 7,5% dei rifiuti prodotti in città. Il tutto avviene attraverso iniziative quali la “Giornata degli Ingombranti” o i “Mercatini di Scambio”.

Il Centro di Ricerca ha anche condotto degli studi, presso Roma, Anguillara, Ciampino e Udine, inerenti ai flussi di materiali post-consumo e le dinamiche del settore dell’usato. Grazie a queste analisi si è scoperto che ad Udine, per esempio, a fronte dei 77.804 beni conferiti su base annua nelle isole ecologiche cittadine, solamente il 47% è avviabile al riutilizzo (36.900 unità); a Roma, invece, il 60% dei rifiuti è trasportato nelle isole ecologiche (sono aree recintate destinate alla raccolta differenziata di rifiuti ingombranti, speciali e pericolosi). Il valore di questi beni riutilizzabili ammonta a 1.496.012 € per Udine e a 13.518.684 € per Roma. Secondo le stime dei ricercatori, la vendita all’ingrosso e diretta dei beni ritenuti riutilizzabili produrrebbe alla città un fatturato annuo di 969.017 € a Udine e ben 10.633.391€ a Roma.

Occhio del Riciclone, inoltre, dopo un lavoro di otto anni, propone un dettagliato modello di riutilizzo su scala, fondato sull’ampliamento delle funzioni dei Centri di Raccolta o di altre strutture con funzione logistica analoga: l’isola ecologiaca verrebbe affiancata da un’area dedicata al riutilizzo dove verrebbero fatte le operazioni di smistamento, di selezione e di igienizzazione. In un secondo momento le merci verrebbero avviate, a seconda delle loro caratteristiche, alla vendita all’ingrosso, alla vendita diretta o ai laboratori di restauro.

Il Centro di Ricerca comunque non si dedica solo allo studio, trasmette instancabilmente le sue conoscenze alla gente, organizzando costantemente incontri pubblici e campagne di comunicazione a favore della raccolta differenziata e del Riutilizzo. Per questo Gianfranco Bongiovanni, del Centro di Ricerca, ha dichiarato che “il Rapporto Nazionale sul Riutilizzo d’ora in poi verrà prodotto tutti gli anni. Con l’esistenza di un Rapporto continuamente aggiornato su questa pratica, il suo settore di riferimento, l’usato, smetterà di essere un fenomeno largamente sommerso e ignorato per diventare, speriamo, uno dei più importanti punti di appoggio delle politiche pubbliche in favore dell’ambiente, della promozione sociale e dello sviluppo locale”.

 

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