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Diritti

Quando l’arresto illegale era la regola

La Cassazione conferma le condanne a quattro agenti per un fermo eseguito a Piazza Manin. Ma durante le manifestazioni il 90% degli arresti fu attuato violando la legge. E le forze dell’ordine non hanno mai riconosciuto le proprie responsabilità né fatto i conti con questo spaventoso cedimento etico, politico e professionale

Nell’articolo a fianco, uscito sulle pagine genovesi di Repubblica e quindi sfuggito ai più, si riferisce che è diventata definitiva la condanna inflitta a quattro agenti di polizia per un episodio emblematico delle giornate di Genova. Si tratta della carica eseguita a piazza Manin il 20 luglio 2001. Rete Lilliput e gruppi pacifisti vi avevano allestito la propria piazza tematica e centinaia di persone assistettero a un’inimmaginabile successione di eventi.

Prima, il passaggio – indisturbato – di un gruppo appartenente al Black Bloc, entrato quel giorno in azione senza incontrare significative opposizioni da parte delle forze di polizia. Più tardi l’arrivo di un contingente di polizia, inviato proprio all’inseguimento del Black Bloc, nel frattempo però passato oltre. Gli agenti, tuttavia, entrarono in azione, aggredendo decine di manifestanti pacifisti a colpi di calci e manganelli. Un comportamento da squadraccia.

Il processo appena passato in Cassazione si è occupato di una coda di questa sconcertante vicenda e cioè gli arresti eseguiti dopo l’assurdo raid poliziesco (ma esiste una registrazione delle comunicazioni fra la centrale operativa e i reparti arrivati in piazza Manin e si sente la centrale che ordina: "facciamo prigionieri"). I quattro poliziotti condannati arrestarono due cittadini spagnoli accusandoli di atti di violenza e resistenza che non avevano compiuto.

Grazie al lavoro degli avvocati, alle testimonianze che è stato possibile raccogliere, alla tenacia e all’onestà dei magistrati (avendo contro, però, l’istituzione polizia), l’infamante falso è stato smascherato e gli agenti sono stati incriminati, mentre i due cittadini incolpevoli sono passati da imputati a parte lesa.

In questa vicenda, tuttavia, quel che più inquieta è nelle righe finali dell’articolo. Il 90% delle persone fermate durante il G8 furono arrestate in maniera illegittima. Si trattò quindi di un’enorme violazione della legge e dei diritti costituzionali compiuta dalle forze dell’ordine (ammesso che abbia senso usare quest’espressione di fronte a fatti del genere).

Il fatto che la polizia di stato – responsabile a Genova dell’ordine pubblico – non abbia mai ammesso le proprie responsabilità e si sia rifiutata di fare i conti con questo suo drammatico cedimento, è un segnale del profondo malessere che investe la nostra democrazia.

 

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