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Diritti

Grecia: togliete tutto tranne le spese militari

Crisi economica e dure richieste della "Troika" e delle istituzioni internazionali non hanno mai intaccato il "caro armato" ellenico. Lacrime e sangue si accompagnavano alla continuazione degli accordi di vendita militari relativi a sommergibili e navi. Ne sanno qualcosa Francia e Germania. Un tweet di Wikileaks dà conto della descrizione della situazione al 2009 da parte dell’ambasciata Usa nel Paese

Ne avevamo parlato proprio all’inizio di “Armi, un affare di Stato” (il libro scritto per Chiarelettere insieme a Duccio Facchini e Michele Sasso) come esempio della “predilezione” dei Governi internazionali per le spese militari. Nella Grecia già squassata dalla crisi finanziaria (tra il 2008 e il 2009) e sottoposta alle dure richieste della “Troika” e delle istituzioni internazionali una delle poche cose da non toccare erano le altissime spese militari. Da una parte Germania e Francia (soprattutto) chiedevano lacrime e sangue a Governo e popolo greco, dall’altra pretendevano la continuazione degli accordi di vendita militari relativi a sommergibili e navi.
 
Oggi ci torna anche Wikileaks, pubblicando un tweet in proposito che fa riferimento ad un cablo (non classificato, nemmeno all’origine) dell’ambasciata USA di Atene con descrizione della situazione politica greca nel 2009, relativamente al punto specifico delle spese militari. A fronte di una intenzione dell’allora primo ministro Karamanlis di ridurre del 15% il proprio investimento militare (e sempre evocando lo spauracchio della Turchia, pur alleata nella stessa NATO) e con un possibile acquisto di nuovi aerei da guerra all’orizzonte, l’allora sinistra minoritaria di Syriza, per bocca del Deputato Alavanos chiedeva invece un drastico taglio del 50%. Il Pasok scelse di supportare la proposta governativa.
 
 

 

Come è andata a finire? Che, secondo le stime NATO appena pubblicate, la spesa militare greca non è mai scesa sotto il 2,2% del Pil in questi anni di crisi, senza quindi per nulla crollare (come altre voci del bilancio statale o dell’economia) e rimanendo sempre un (finto) investimento problematico e improduttivo.
 
 
aggiornamento
 
Grazie alla segnalazione di un amico, noto che nell’ultima controproposta del governo greco al piano di accordo con le istituzioni internazionali (datata 30 giugno 2015) si fa riferimento esplicito ad una riduzione del tetto di spesa militare. Non ancora enorme ma corrispondente al 5/10% (nei due anni citati) dell’attuale spesa per la Difesa. Come a dire: forse adesso si può fare.
 
 
 

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