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Cultura e scienza / Opinioni

La pagina dei librai (da Altreconomia 183)

Fabrizio Piazza, della libreria Modusvivendi di Palermo (modusvivendi.pa.it), presenta tre volumi da non perdere: “I miei piccoli dispiaceri”, “Nessuno scompare davvero” e “Maestro Utrecht”. Ogni mese su Altreconomia lo spazio libero a cura delle librerie indipendenti del Paese

Tratto da Altreconomia 183 — Giugno 2016

Vita vissuta
Due sorelle, e la storia di un legame
A distanza di un anno, è il romanzo che continua ad emozionare i nostri lettori. Io ogni tanto ne rileggo delle pagine per ritrovare la bellezza di una storia e di una scrittura che scaldano il cuore con la forza della vita vissuta.
Due sorelle diverse per temperamento hanno l’arte nel sangue, una la musica e l’altra la scrittura.
La prima è una pianista di successo, fa concerti in tutto il mondo, è amata da un marito devoto, solo che ha perso la voglia di vivere. La seconda cerca la sua strada nella scrittura, è costretta a scrivere romanzi di Serie B, ha una vita sentimentale sfasciata, ma una forza che ha deciso di mettere a disposizione della sorella. Nel confronto tra le due ci sono emozioni, perdite e ritrovamenti.
Vi farà a piangere e ridere allo stesso tempo.


Viaggio interiore
Una fuga in Nuova Zelanda
Un romanzo per tenere a bada i bufali che di tanto in tanto si agitano dentro di noi. In apparenza è un road movie, in realtà si tratta di un viaggio nell’anima femminile. Elyria è in fuga da un passato che è una ferita aperta, ha perso ogni punto di riferimento, vuole solo far perdere le tracce di sè. Nella sua fuga in Nuova Zelanda incontra uomini, donne, persone che non hanno bisogno di lei come lei non ha bisogno di nessuno, almeno è quello che vuol far credere. La seguiamo nei suoi percorsi mentali come se avesse una telecamera dentro di sé che registra emozioni, suoni, voci, inquietudini. Ne siamo inesorabilmente conquistati, anche se alcuni lettori ma soprattutto lettrici hanno provato per lei una sincera antipatia. Anche questo provoca la letteratura, quella vera.

Una metafora della scrittura
“Maestro Utrecht” mi ha conquistato sin dalle prime pagine, quando è un giovane uomo che parla ai bambini insegnando loro le parole cane e pace. Ma chi è davvero quest’uomo, ed è lo stesso che viene ritrovato cadavere sotto il ponte dell’autostrada di Utrecht? Davide Longo ne segue le tracce con l’occhio dello scrittore che ricava le storie come i funghi che crescono sulle foglie. Tutto il romanzo è una splendida metafora del farsi della scrittura. Il colpo di fulmine?
Lo scrittore piemontese adotta il punto di vista di un Bartleby dei giorni nostri e come una formica tagliafoglie costruisce per il lettore una storia adatta a chi ambisce all’invisibilità. Mi ha fatto pensare a un altro autore che amo, lo spagnolo Vila-Matas: “Perché non c’è persona che non sappia cavarsela nella vita quando conosce le razze dei cani, la direzione del vento, le ore dei bus, una canzone come si deve e i numeri fino a cento”.

Maestro Utrecht, Davide Longo (NN editore, 13,00)

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